L’associazione “Mare Libero” ha presentato un esposto-diffida contro il Comune di Rimini per la decisione di prorogare le concessioni balneari fino al 31 dicembre 2033. Questa scelta, secondo l’associazione, violerebbe la normativa europea sulla concorrenza e la direttiva Bolkestein, che impone di effettuare gare pubbliche per l’assegnazione delle concessioni demaniali marittime.
Perché “Mare Libero” si oppone alla proroga delle concessioni
“Mare Libero” sostiene che la proroga automatica delle concessioni limita l’accesso al mercato e ostacola una gestione trasparente e competitiva delle risorse demaniali. Questa situazione, secondo l’associazione, favorisce una condizione di privilegio per gli attuali concessionari, a discapito di una corretta applicazione delle regole di mercato.
La richiesta al Comune di Rimini
L’associazione ha formalmente richiesto al Comune di revocare la delibera che prevede la proroga fino al 2033. Inoltre, “Mare Libero” invita l’amministrazione a indire gare pubbliche per garantire una gestione delle concessioni conforme alle normative europee.
Il contesto normativo: la direttiva Bolkestein
La direttiva Bolkestein, emanata dall’Unione Europea, regola l’accesso al mercato dei servizi e impone che le concessioni demaniali siano assegnate attraverso gare pubbliche. In Italia, la questione è stata spesso oggetto di controversie legali e di interventi delle istituzioni europee, creando un dibattito acceso tra gli operatori del settore e i sostenitori di una maggiore liberalizzazione.
Un equilibrio tra diritti e concorrenza
La diffida presentata da “Mare Libero” evidenzia ancora una volta la complessità della questione delle concessioni balneari in Italia. La sfida principale è trovare un equilibrio tra la tutela degli operatori balneari e il rispetto delle normative sulla concorrenza, garantendo trasparenza e parità di accesso al mercato.