Righe, righe ovunque. E’ impossibile pensare al mare senza immaginarsi un ombrellone, un lettino o una maglia a righe di qualche bagnante. Guardando nei nostri armadi, sicuramente abbiamo almeno un capo rigato che riserviamo per le serate estive.
Però la riga, così come la conosciamo, non ha sempre goduto di buona fama.
Nel Medioevo le classi sociali della popolazione si distingueva tramite i colori delle vesti che indossavano; il rosso per i nobili, il giallo per i giullari di corte, il nero per i contadini e le donne in lutto.
La riga, invece, era considerata spregevole, era indossata solo da persone appartenenti a classi disoneste, come gli emarginati, gli eretici, gli schiavi e le prostitute.
Le righe erano accostate al disordine, al qualcosa che esce dall’ordinario e che porta alla confusione.
Nei secoli successivi la veste rigata venne adottata dai marinai, ma non da tutti, era più che altro attribuita al mozzo, in modo tale da renderlo sempre visibile e soprattutto la riga era in grado di confondere lo sporco della veste. Non è un caso che anche i galeotti indossassero abiti a righe, principalmente per due motivi: il primo, simbolo della vergogna per avere infranto le leggi civili, il secondo, ben più importante, per essere subito individuabili in caso di fuga.
DALL’EMARGINAZIONE ALLA RIVOLUZIONE
Durante l’Antico Regime, in Francia, la riga ha riacquistato valore, diventando elitaria; i nobili vestivano a righe verticali, mentre i servi a righe orizzontali.
Lo stile di Luigi XVI ha accelerato la notorietà della riga, facendo indossare durante la rivoluzione francese i tipici calzoni lunghi dal tessuto rigato a tre colori.
La storia della riga allarga i suoi orizzonti e supera gli oceani, atterrando nel 700 durante la Rivoluzione Americana con la nascita della bandiera Stars and Stripes, così come la conosciamo oggi.
IL SUCCESSO
Nel corso del tempo la riga passò da un concetto di rivolta alla normalità. Passò da abiti tradizionali marinai alla moda di tutti i giorni, grazie a famosi stilisti come Coco Chanel.
La sua celebre maglia Breton, maglioncino a righe, prese ispirazione dai pescatori del Nord della Francia, dopo un viaggio di Chanel che se ne innamorò perdutamente e la fece diventare un capo di uso comune.
Era la rivincita della riga: con la produzione industriale questa particolare fantasia riesce a entrare negli armadi di tutti, accostandosi al mondo del mare e della costa.
Dal 900 la riga ha invaso il guardaroba di tutti, travolgendo anche il pittore Pablo Picasso e diventando il simbolo dell’icona sexy Brigitte Bardot.
Gli anni ’70 furono una vera esplosione di righe sulle coste italiane e francesi.
Le spiagge di Forte dei Marmi, con i suoi ombrelloni e lettini, iniziavano a vestirsi di colori alternati, prediligendo il blu e il bianco, come quello dei marinai francesi.
Di li a poco questa fantasia ha conquistato tutti gli ambienti costieri e marini; la troviamo sugli ombrelloni, sdrai, cabine e nell’arredamento delle case al mare.
>b>Il riscatto della riga, in grado di evocare il rumore del mare, la sensazione di sabbia tra i piedi e il profumo dell’estate nell’aria.