La Commissione Europea ha formalmente iniziato una procedura di infrazione contro l’Italia riguardante le concessioni balneari, accusando il paese di violare la direttiva europea Bolkestein. In una comunicazione decisa, Bruxelles contesta il mancato rispetto delle gare pubbliche per le concessioni di demanio marittimo, richiesto dalla direttiva.
Il Contestato “Decreto Milleproroghe” e le Contestazioni Precedenti
La Commissione evidenzia il decreto milleproroghe del governo Meloni, approvato a febbraio, che ha comportato il rinvio di un anno delle gare, rinnovando automaticamente le concessioni esistenti e contravvenendo al diritto europeo. Le prime segnalazioni della Commissione risalgono al dicembre 2020, con una lettera di messa in mora.
Le Risposte del Governo Italiano e le Evoluzioni Legislative
Il governo italiano, rispondendo alle osservazioni dell’UE a febbraio 2021, ha successivamente approvato la legge 118/2022 nel 2022, imponendo la scadenza delle concessioni balneari entro il 31 dicembre 2023 e la loro riassegnazione tramite gare pubbliche. Tuttavia, il governo Meloni ha poi approvato la proroga di un anno a febbraio, spostando la scadenza al 31 dicembre 2024.
Contestazioni Specifiche e Illegittimità Legislativa
Nella lettera del parere motivato, la Commissione europea contesta un comma della legge 118/2022 che vieta agli enti concedenti di emettere bandi di assegnazione delle concessioni fino all’adozione dei decreti attuativi, sottolineando la mancanza di una nuova delega. La proroga di un anno, promulgata con perplessità dal presidente della Repubblica, complica ulteriormente la posizione italiana.
Implicazioni Attuali e Urgenza di Riforme
La Commissione europea afferma che la legislazione italiana mira a mantenere la validità delle attuali concessioni balneari almeno fino al 31 dicembre 2024, creando incertezza giuridica e ostacolando l’ingresso di nuovi prestatori di servizi. La situazione di stallo, evidenziata nel parere motivato, rappresenta un problema su tutti i fronti, compromettendo il settore del turismo costiero e dei servizi ricreativi.
Tempo per Adeguarsi e Possibili Sviluppi Futuri
Il governo italiano ha ora due mesi per conformarsi alle richieste della Commissione europea, e il parere motivato influenzerà probabilmente le sue decisioni. La premier Meloni, consapevole delle sfide, ha recentemente convocato un vertice per valutare la situazione. La Commissione europea sottolinea l’urgente necessità di riforme per garantire la conformità con il diritto dell’Unione e incoraggiare gli investimenti nel settore balneare, cruciale per l’economia italiana.