A che punto si trovano le riforme sulle concessioni balneari? In questo approfondimento cerchiamo di riassumere i fatti salienti degli ultimi mesi, in maniera da aiutare i gestori degli stabilimenti a fare luce sullo stato attuale di questo tema così complesso.
Partiamo con il dire che ancora a febbraio 2023, mentre il Governo si trova alle prese con le più diverse emergenze nel Paese, le informazioni in merito alle concessioni balneari sono in continuo divenire.
Perché c’è bisogno di una riforma sulle concessioni balneari?
Per effetto della Legge 118/2022 e di una sentenza del Consiglio di Stato, le concessioni balneari attualmente in essere sono destinate a scadere entro il 31 dicembre 2023.
Si tratta di una delle decisioni prese dal governo Draghi a seguito appunto della sentenza del Consiglio di Stato che ha bloccato i rinnovi automatici ai titolari degli stabilimenti balneari, prassi che andava avanti da circa vent’anni.
L’obiettivo della riforma era quello di gettare le basi per un nuovo regime normativo che fosse basato soprattutto sulle evidenze pubbliche, ma dai principi che sarebbero stati esemplificati solo più avanti, in fase di rilascio del decreto attuativo. Per esempio, è importante capire in che modo il punteggio sarebbe stato influenzato dall’esperienza nel settore, e i criteri per il calcolo dell’indennizzo ai concessionari uscenti in caso di passaggio del titolo.
Perché ci sarebbe bisogno di una riforma? Per conformarsi alle direttive europee e alla direttiva Bolkenstein sul diritto alla concorrenza.
Le possibilità del Governo Meloni sulle concessioni balneari
Che ne sarà delle concessioni balneari alla scadenza del 31 dicembre 2023? Sarà possibile per chi già ne detiene una rimanerne in possesso, o è possibile che venga riassegnata in base a determinati parametri? E quali sono questi parametri?
Per rispondere a queste domande, verso la fine di gennaio 2023 il ministro degli affari europei Raffaele Fitto ha sottoposto alle associazioni di categoria alcune possibilità, nello specifico due alternative:
- la prima opzione fornita dal ministro è quella di sostenere la proroga delle attuali concessioni balneari di un anno tramite un emendamento al Decreto Milleproroghe;
- la seconda opzione è quella di attuare da subito la Legge 118 del 2022 così come immaginata dal governo Draghi, percorrendo così la strada tracciata dalla legge sulla concorrenza. In questa ipotesi ci si aspetta dunque che il decreto attuativo venga approvato entro breve, ad esempio entro giugno 2023.
Entrambe le decisioni prevedono in ogni caso la riassegnazione delle concessioni balneari tramite procedure selettive che, come già accennato, verranno esplicate in maniera più chiara solo tramite il decreto attuativo che ancora non è stato scritto.
La decisione del Governo: la proroga e i problemi annessi
La proroga di un anno alle concessioni balneari, che non scadrebbero più il 31 dicembre 2023 ma il 31 dicembre 2024, è stata approvata dal Decreto Milleproroghe. Questa decisione andrebbe però in diretto contrasto con la sentenza del Consiglio di Stato che nel 2021 aveva proibito il rinnovo automatico sulle concessioni e sarebbe dunque inapplicabile.
Questa soluzione ha però sollevato più di qualche sopracciglio, in primis quello del Presidente Mattarella, che ha espresso riserve e invitato a conciliare “la concorrenza e i diritti degli imprenditori”.
Anche la Commissione Europea ha dichiarato di aver attenzionato la questione, affermando che: “il diritto europeo sui servizi richiede che le norme nazionali assicurino la parità di trattamento degli operatori, senza alcun vantaggio diretto o indiretto per alcuno specifico operatore, promuovano l’innovazione e la concorrenza leale, prevedano un’equa remunerazione degli investimenti effettuati e tutelino dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche a vantaggio dei consumatori e delle imprese. La trasparenza e la concorrenza leale darebbero certezza del diritto e stimolerebbero investimenti e innovazione, non solo per gli attuali concessionari ma anche per i nuovi operatori del futuro, nell’ottica di preservare il turismo balneare, settore chiave dell’economia italiana”.
Allo stato attuale e viste le legittime perplessità, una previsione possibile è che la proroga sulle concessioni balneari possa essere ignorata. Proprio in questi giorni si è in attesa di una risposta da parte del Governo.