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L’Unione Europea impone limiti agli indennizzi per le concessioni balneari: nessun costo aggiuntivo per i nuovi gestori

L’Unione Europea ha recentemente espresso la necessità di evitare che gli indennizzi legati alle concessioni balneari diventino ostacoli economici per i nuovi operatori, scoraggiandone la partecipazione alle future gare. Questo principio è stato comunicato attraverso una lettera della Direzione Generale Mercato Interno e PMI dell’UE (Dg Grow), indirizzata al Ministero delle Infrastrutture italiano, in vista dell’emanazione dei decreti attuativi previsti entro marzo.

Esclusioni dal calcolo degli indennizzi

La Dg Grow ha specificato che, nel determinare gli indennizzi, devono essere esclusi:

  • Strutture costruite senza le necessarie autorizzazioni comunali.

  • Opere non amovibili per le quali è stata ordinata la demolizione.

  • Strutture fisse o di difficile rimozione già acquisite dallo Stato.

  • Strutture rimovibili, in quanto il concessionario uscente potrebbe riutilizzarle o venderle.

Queste esclusioni mirano a evitare che i nuovi operatori siano gravati da costi che rappresenterebbero un disincentivo alla concorrenza.

Calcolo dell’ammortamento e remunerazione degli investimenti

Per quanto riguarda il calcolo dell’ammortamento:

  • La quota ammortizzata deve considerare il periodo trascorso tra l’investimento e la data di riassegnazione della concessione.

  • La quota non ammortizzata richiede l’applicazione di aliquote basate sulla vita utile delle strutture inamovibili.

Inoltre, l’UE sottolinea che il nuovo concessionario non può essere ritenuto responsabile per il mancato guadagno del precedente titolare. Pertanto, il governo italiano dovrà stabilire criteri chiari per evitare sovracompensazioni, escludendo dal calcolo degli indennizzi elementi come il valore aziendale, l’avviamento e le spese relative a marchi e brevetti.

Posizione del governo italiano

Il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha ribadito l’intenzione del governo di procedere con l’emanazione del decreto sugli indennizzi entro marzo, assicurando che l’Italia, in quanto paese sovrano, definirà autonomamente le modalità di indennizzo, garantendo equità senza creare ostacoli per i nuovi operatori.

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